Il finto principe, Venezia, Fenzo, 1749

Vignetta Frontespizio
 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Appartamenti di Cleante.
 
 CLEANTE, poi LINDORA e servi
 
 Cleante
 Venga la pellegrina. (Ad un servo)
 Lindora
 Principe, a voi s’inchina
 la povera Lindora. Un certo Floro,
 camerier di Ferrante,
1040principe di Belpoggio,
 promise esser mio sposo.
 Questa carta mi fece, indi il briccone
 mi piantò, poverina, e se n’è andato.
 Or l’ho qui ritrovato
1045ma in abito mentito;
 e perché al suo padrone
 ha simile la voce ed il sembiante,
 esser ei finge il principe Ferrante.
 Cleante
 Come! Non è Ferrante
1050quel che tale si dice e qui è venuto
 per sposarsi a Rosmira?
 Lindora
                                               Io certamente
 esser Floro sostengo.
 Cleante
                                        Può ingannarvi
 la somiglianza stessa
 di voce e di sembiante.
 Lindora
1055Ingannarmi non puote il core amante.
 Cleante
 Testimonio fallace è il nostro core;
 spesso fan traveder l’ira ed amore.
 Lindora
 Dunque a me non si crede? Ah fuor di tempo
 e forse in vostro danno,
1060voi scoprirete del briccon l’inganno.
 Cleante
 Non credo e non ricuso
 di dubitar. Lasciatemi quel foglio.
 Lindora
 Eccolo. A voi, signor, mi raccomando.
 Fate che Floro ingrato
1065mantenga la parola.
 O fatelo appicare per la gola.
 
    Un esempio dar bisogna
 a quest’uomini crudeli
 che noi chiamano infedeli
1070e non sanno che tradir.
 
    Come attaccasi la rogna,
 fa lo stesso la incostanza.
 E degli uomini è l’usanza
 l’ingannare ed il mentir.
 
 SCENA II
 
 CLEANTE, poi FLORO
 
 Cleante
1075Ah se ciò fosse ver, vorria... Ma viene
 con passo grave e altero
 il principe non so o finto o vero.
 Floro
 Quel vostro signor principe Roberto
 mi ha fatto un complimento
1080che s’io avevo paura
 mi faceva cader morto a drittura.
 Cleante
 Perdonate all’amor che lo fa cieco.
 Egli è di già pentito ed ha promesso
 chiedervi scusa al giovanil trascorso.
 Floro
1085Venga; un certo discorso
 a Roberto vuo’ far segretamente
 che amici resteremo eternamente.
 Cleante
 Ditemi, avete voi
 un certo camerier che Floro ha nome?
 Floro
1090Signorsì che ce l’ho.
 Cleante
                                       Sapete voi
 che abbia data parola
 di sposar certa donna?
 Floro
                                            Il so benissimo;
 e so che l’iniquissimo
 sposar più non la vuole. È innamorato
1095della vostra Lesbina; ed io, che sono
 principe ch’ama il giusto e la ragione,
 vuo’ che sposi Lindora il mascalzone.
 Cleante
 (Eh Lindora s’inganna). Adunque fate
 che Floro in corte venga
1100e che sposi Lindora a suo dispetto.
 Floro
 Floro la sposerà, ve lo prometto.
 Cleante
 (In questa guisa io spero
 scoprir chi dice il falso e dice il vero). (Parte)
 
 SCENA III
 
 FLORO, poi ROBERTO
 
 Floro
 Costei vuol imbrogliarmi
1105ma, se mi riesce il colpo meditato,
 con tutta pulizzia sarò sbrogliato.
 Roberto
 Principe, se col ferro...
 Floro
 Ogni trista memoria ormai si taccia
 e pongansi in oblio le andate cose.
1110Dite in confidenza,
 amate voi Rosmira?
 Roberto
                                        Ah che per lei
 smanio, peno, deliro e son furente.
 Floro
 E a me di lei non me n’importa niente.
 Vuo’ che facciam tra noi un negozietto.
1115Io vi cedo Rosmira,
 cedetemi la dote,
 onde così senz’altri complimenti
 saremo tutti due lieti e contenti.
 Roberto
 Volontier cederei
1120qualunque ampio tesoro,
 per poter conseguir il bel che adoro.
 Floro
 Questa è dunque aggiustata.
 La scrittura facciam che parli chiaro,
 a voi resti la donna, a me il denaro.
 Roberto
1125Ite; il foglio formate,
 io lo sottoscriverò.
 Quest’è quel che il mio cor brama e sospira;
 vostra sarà la dote e mia Rosmira.
 Floro
 Il negozio più bel non fu mai fatto.
1130Cambiar con un contratto
 la donna nel dinar, per quel che sento,
 si chiama guadagnar cento per cento.
 
    Con queste femine
 napolitane
1135non ho fortuna,
 non spero amor.
 
    Sian benedette
 le veneziane,
 sono amorose,
1140son di buon cor.
 
    «Sì caro fio
 sé tutto mio.
 Caro el mio coccolo,
 caro el mio ben».
 
 SCENA IV
 
 ROBERTO, poi ROSMIRA
 
 Roberto
1145Non merita Rosmira
 chi vilmente la cede e l’abbandona.
 Rosmira
 Principe, il ciel pietoso
 preservò la tua vita.
 Roberto
                                       Ah non è questo
 l’unico né il maggior dono de’ numi.
 Rosmira
1150E qual fia?
 Roberto
                       La tua mano. A me la cesse
 il principe Ferrante,
 delle richezze tue, non di te amante.
 Rosmira
 E il padre che dirà?
 Roberto
                                       Miglior consiglio
 crederà liberarsi
1155da chi pubblico rese il suo disprezzo
 vendendo l’amor suo per un vil prezzo.
 
    Quegl’occhi vezzosi,
 che prezzo non hanno,
 mercede saranno
1160d’un tenero amore
 e intanto il mio core
 ripieno è d’ardor.
 
    Quei labri amorosi
 saran mio tesoro;
1165saranno il ristoro
 del fido mio cor.
 
 SCENA V
 
 ROSMIRA, poi DORINDA
 
 Rosmira
 Tutt’i tesor darei, darei la vita
 per l’amor di Roberto. Ah se fia vero
 che senza rio contrasto
1170possa sperar la mano
 stringer dell’idol mio, di me più lieta
 donna non fu né si darà nel mondo.
 Né veduto fia mai cor più giocondo.
 Dorinda
 Rosmira, onde proviene
1175quell’aria di piacer che nel tuo volto
 parmi di traspirar?
 Rosmira
                                       Nuova speranza
 mi lusinga, mi rende
 lieta più dell’usato. Io di Roberto
 spero stringer la destra e tu potrai,
1180se il desir mio non mi lusinga invano,
 a Cleante, al tuo ben porger la mano.
 
    Non ami chi teme
 d’amore i martiri.
 È ver che si geme
1185con tanti sospiri,
 si pena, si piange,
 poi godesi un dì.
 
    E delle sue pene
 tormento non prova
1190quel’alma talora
 che gode così.
 
 SCENA VI
 
 DORINDA sola
 
 Dorinda
 Volesse il ciel che il mio diletto e caro
 adorato Cleante
 fosse mio sposo alfin. Dal primo giorno
1195ch’io mirai quel sembiante,
 vinta rimasi e priggioniera e amante.
 
    Quel suo dolce, amabil ciglio,
 quell’accento lusinghiero
 del mio seno ha già l’impero.
1200Troppo è caro a questo cor.
 
    Nel fissarmi in quell’aspetto
 mi sentii ferir il petto
 ed ognora nel mio seno
 va crescendo il dolce amor.
 
 SCENA VII
 
 Camera con tavolino e da scrivere.
 
 FLORO, LESBINA
 
 Lesbina
1205Non ne vuo’ saper nulla.
 Floro
                                               Via, carina,
 siate meco buonina;
 non mi dite di no.
 Lesbina
 Se vi dirò de sì, mi pentirò.
 Voi mi mettete su,
1210per poi tirarmi giù
 e far quello che fu
 tra quella pellegrina e voi e tu.
 Floro
 Ma se colei è pazza,
 che vi posso far io?
 Lesbina
1215Ma, caro padron mio, chi m’assicura
 che voi non mi gabbate?
 Floro
 Vi farò, se il bramate, una scrittura.
 Lesbina
 Via fatela ed allora
 forse vi crederò.
 Floro
1220Attendete un momento e ve la fo. (Va al tavolino a scrivere)
 Lesbina
 (Colla scrittura in mano
 dirò la mia ragion. La principessa
 già non lo vuole e poi
 non lo sa strappazzar come fo io,
1225onde senz’altro il principato è mio).
 Floro
 Eccomi, la scrittura bella e fatta.
 Lesbina
 Ora principio a credervi un pocchino.
 Floro
 Caro il mio bel visino,
 date un po’ di ristoro
1230a questo cor. Per voi languisco e moro.
 Lesbina
 Il tempo non è questo.
 Floro
 Ma se son vostro sposo.
 Lesbina
                                             È ancora presto.
 Vi vuole un po’ di tempo e di modestia,
 altrimenti sarebbe amor da bestia.
 Floro
1235Quanto dovrò aspettar?
 Lesbina
                                              Noi questa sera
 tutto concluderemo
 e sposati e contenti alfin saremo.
 Floro
 Mi cresce ogni momento
 il tormento e l’affanno.
1240Ed ogn’ora, mio ben, mi par un anno.
 Lesbina
 Anch’io son desiosa
 d’esser la vostra sposa,
 allorché non vi vedo
 sempre il core mi dice: «Eccolo, eccolo»
1245ed un’ora, mio ben, mi par un secolo.
 
    Se mangio, se bevo,
 voi siete con me.
 Se veglio, se dormo,
 riposo non ho.
1250Ma questo cos’è?
 Oh dio non lo so.
 Quel vezzo, quel viso
 rapito m’ha il cor.
 
    Contenta ora sono
1255che vostra son io.
 Voi siete già mio,
 non ho più timor.
 
 SCENA VIII
 
 FLORO, poi CROCCO
 
 Floro
 Oh sarei un gran pazzo
 perder sì bella gioia!
1260Quegli occhi così neri,
 quei labri imporporati
 vagliono più di cento principati.
 Ma che fia di Lindora? Ecc’opportuno
 Crocco che a me sen viene.
 Crocco
                                                   Amico, io sento
1265a mormorar di noi, meglio è che andiamo,
 pria che scoperti e bastonati siamo.
 Floro
 Tutt’andrà ben, tutto sarà aggiustato,
 se tu accettar non sdegni,
 oltre alcuni diamanti e ricche spoglie,
1270duemille scudi ed una bella moglie.
 Crocco
 Un gran pazzo sarei, se ricusassi
 così bella fortuna.
 Ma ditemi di grazia, chi è la sposa?
 Floro
 Fra poco lo saprai.
 Crocco
                                    Oh questa è bella!
1275Io vuo’, s’ho da sposarla,
 conoscerla, vederla e contemplarla.
 Floro
 Bella o brutta che sia,
 pensa ai duemille scudi e a tutto il resto
 che sposandola avrai, se non sei stolto.
 Crocco
1280Andiamola a sposar, ch’ho già risolto.
 Floro
 Segui a dir che sei Floro.
 Crocco
                                                Eh lo dirò.
 Floro
 Sposela e non temer.
 Crocco
                                         La sposerò.
 Floro
 Bravo, un uomo tu sei
 veramente alla moda;
1285un uomo di bon cor sempre si loda. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 CROCCO solo
 
 Crocco
 Già prevedo che alfine
 la moglie bella ed i duemille scudi
 andranno in fumo e in premio dell’inganno
 duemille bastonate mi daranno.
1290Ma si puol arrischiare
 per un sì buon boccone
 di offerire le spalle ad un bastone.
 
    Vi son tanti maritati
 che son belli e bastonati,
1295senza nulla guadagnar.
 
    So che basta il fatto mio;
 vuo’ provarmi d’esser io
 bastonato per mangiar.
 
 SCENA X
 
 Sala.
 
 CLEANTE e LINDORA, poi CROCCO
 
 Cleante
 Or or verrà qui Floro
1300e sposarvi dovrà. Con un inganno
 penso ridurlo e risparmiar la forza.
 Itene in quella stanza. Ivi soffrite
 per poco rimaner sola all’oscuro,
 Floro vi sposerà, ve l’assicuro.
 Lindora
1305Grazie a vostra buontà; s’egli mi sposa,
 sia di voi per comando o per consiglio,
 vi prometto donarvi il primo figlio. (Entra nella camera)
 Cleante
 Forse Floro è costui?
 Crocco
                                        Servo, eccellenza.
 Cleante
 Chi sei?
 Crocco
                   Floro son io per obbedirla.
 Cleante
1310Quello sei che Lesbina
 in consorte desia?
 Crocco
                                    Così si dice.
 (Se Lesbina è la sposa, io son felice).
 Cleante
 Va’ tosto in quella stanza,
 ivi la troverai
1315e all’oscuro se vuoi la sposerai.
 Crocco
 Vado, signor; di lume io non mi curo,
 si potiamo sposar anco all’oscuro.
 
 SCENA XI
 
 CLEANTE, poi ROBERTO, poi LESBINA
 
 Cleante
 Imparerà l’indegno
 le femine a tradir.
 Roberto
                                    Principe, è questi
1320il foglio in cui Ferrante
 a me cede Rosmira.
 Cleante
                                       Osservo in questo
 i caratteri stessi, (Tira fuori la carta avuta da Lindora)
 simili a quei di Floro,
 co’ quai promise di sposar Lindora.
1325Ah comincio a temer
 che il principe Ferrante
 sia veramente estinto
 e che un qualche impostor tal siasi finto.
 Lesbina
 Olà, con sua licenza. (Paseggia con aria)
 Cleante
1330Che fai Lesbina?
 Lesbina
                                  Anch’io son eccellenza.
 Cleante
 Come? Che dici?
 Lesbina
                                  Il principe Ferrante,
 giacché la principessa l’ha scartato,
 per non star senza moglie, m’ha sposato.
 Cleante
 Va’, che sei pazza.
 Lesbina
                                    Ecco
1335da lui sottoscritto
 un foglio bello e buono,
 vedete se di lui la sposa sono. (Gli dà il foglio)
 Cleante
 Che miro! Il terzo foglio
 ecco soscritto dalla mano istessa.
1340Ah l’indegno confessa
 con queste sue scritture
 la finzione, l’inganno e l’imposture.
 Eccolo che sen viene.
 
 SCENA XII
 
 FLORO e detti, poi tutti
 
 Floro
                                         Chi mi vuole?
 Cleante
 Ditemi, avete voi
1345questo foglio soscritto?
 Floro
                                            Signorsì.
 Cleante
 E questo?
 Floro
                      Questo ancora.
 Cleante
 E quest’altro?
 Floro
                             Non so.
 Questo mi par di no.
 Cleante
 Mentitor, il carattere è lo stesso.
1350Siete convinto adesso
 e confessar dovrete
 che siete un impostor, che Floro siete.
 Floro
 Vi domando perdono,
 io non son impostor, Floro non sono.
 Cleante
1355Pagherai colla morte il folle ardire.
 Floro
 Il principe Roberto
 questo foglio ha firmato
 ed in questo ha giurato
 ch’egli in qualunque impegno
1360difendermi saprà dal vostro sdegno.
 Roberto
 Il patto adempio e a voi, Cleante, io chiedo
 la vita in don di Floro
 in premio d’aver egli
 cessa in tempo Rosmira e non averci,
1365qual era in suo poter, resi infelici;
 abbia il vostro perdono,
 abbia Lesbina in dono,
 abbia da me, se stringo il mio tesoro,
 il premio non vulgar di gemme e d’oro.
 Cleante
1370Prence, non merta lode
 un delitto premiar, premiar la frode.
 Roberto
 Ho promesso, ho giurato e chiedo a voi
 grazia, o signor, per i delitti suoi. (Escono Rosmira e Dorinda)
 Rosmira, Dorinda a due
 
    Grazia, grazia a voi chiediamo.
1375Noi a Floro perdoniamo.
 
 Lesbina
 
 Grazia, grazia chiedo anch’io.
 
 Floro
 
 Grazia, grazia, padron mio. (A Cleante)
 
 Roberto
 
 Grazia, grazia per pietà.
 
 Cleante
 
    Grazia, grazia.
 
 tutti
 
                                 Evviva, evviva,
1380che la grazia è fatta già. (Escono Lindora e Crocco)
 
 Lindora
 
    Son tradita, assassinata.
 
 Crocco
 
 Eccellenza, io l’ho sposata.
 
 Cleante
 
 Non sei Floro?
 
 Crocco
 
                              Crocco io sono.
 
 Floro, Crocco a due
 
 Grazia, grazia.
 
 Cleante
                              Vi perdono.
 
 tutti
 
1385Grazia, grazia, evviva, evviva,
 che la grazia è fatta già.
 
 Floro, Crocco, Roberto, Cleante a quattro
 
    Quattro sposi e quattro spose
 oggi alfin congiunse amore.
 
 Rosmira, Dorinda, Lesbina a tre
 
 È contento il nostro core,
1390oggi alfin giubilerà.
 
 Lindora
 
    Son per forz’anch’io contenta
 e tacer mi converrà.
 
 tutti
 
    Grazia, grazia, evviva, evviva,
 che la grazia è fatta già.
 
 Fine del drama